Nel NOME
del SIGNORE
NOSTRO GESU’
CRISTO
Per la
maggior
GLORIA di
DIO
|
Sono
“VOCI dall’
ALTO” queste
parole o messaggi che vogliamo far conoscere.
Non vengono da questa terra su cui viviamo,
- verso
cui tuttavia sono rivolte,
- ma
provengono dal Cielo, dal Signore,
anche attraverso i Suoi Angeli e i Suoi Santi,
con lo scopo di parlarci delle cose dello spirito, della
nostra vita di fede, di quelle verità che magari abbiamo
sottovalutato o dimenticato, e
che perciò non incidono più nella nostra vita spirituale di
credenti per farci
avanzare.
Talora sono piccole catechesi, o esortazioni, o
rimproveri, sono
ammaestramenti sulle verità fondamentali della vita cristiana,
vita nella semplicità, vita nello Spirito.
In essi si incontra un frequente richiamo ai sacerdoti,
“Miei servitori,” un
premuroso invito loro rivolto a esaminarsi, a rivedere i
pensieri che orientano il loro cammino di consacrati al Cristo e
al Suo Regno.
Queste “parole” sono date
ad una piccola umile “anima”
nel contesto della sua vita quotidiana di preghiera,
di sofferenza,
di impegno di carità,
e riflettono quindi questa semplicità di fondo Questa piccola umile “anima”, già avanti negli anni, ha fatto il suo cammino nella via del Signore. E’ sposa e madre, molto dedita alla preghiera, che con desiderio struggente la tiene impegnata lunghe ore del giorno e della notte nell’adorazione, nella invocazione degli angeli e dei santi; nel presentare al Signore, alla Santa Vergine le innumerevoli necessità della Chiesa, dei sacerdoti, del mondo, le domande di preghiera rivoltele dalle anime. Essa guida anche un piccolo gruppo di preghiera. Ha guidato a suo tempo frequenti pellegrinaggi.
Deve sostenere interferenze da parte del maligno che la
disturba nella sua vita di dedizione al Signore.
Ha avuto in dono un particolare carisma di conoscere, di
sentire la presenza del maligno nelle persone, negli ambienti,
nelle cose, nelle situazioni, o scelte che l’uomo può fare.
Anche il dono che le è stato concesso di ricevere “parole
dall’Alto” la tiene talora, anzi frequentemente,
in angoscia nel dubbio
che sia il suo “io” e non il Signore all’origine di questi
messaggi. Sarà
facile rendersene conto scorrendo i messaggi.
Viene naturale e spontaneo
domandarsi:
Com ‘è possibile a noi
-
dall’esterno, cioè
da coloro che non sono coinvolti nel fatto mistico o
carismatico, -
riconoscere che sono parole, “messaggi”, come si dice
oggi, che vengono realmente dall’ Alto, vale a dire dal Signore?
La domanda è estremamente ragionevole.
Ecco una risposta che mi appare abbastanza semplice e
giusta:
Premesso che i contenuti e le affermazioni dei messaggi
siano in conformità con i dati della fede,
cioè della Rivelazione affidata alla Chiesa di Cristo
Gesù, -
e,
per quanto consta,
questi messaggi lo sono,
- è
necessario chiederlo a Dio
stesso,
invocando lo Spirito Santo,
dopo aver disposto il proprio cuore con umiltà,
senza sufficienza
e orgoglio, che ci
dia questa certezza
o convinzione,
perché è Lui che di sua
iniziativa ha parlato e ha voluto comunicare a noi
Non dobbiamo perciò portarci la curiosità,
ma l’ascolto, la docilità.
Dio ci fa dono di queste parole per il nostro progresso
nelle sue vie e per il nostro autentico bene soprannaturale.
Un fatto di fede si
può dimostrare con ragionamenti umani?
Tuttavia il discernimento personale, unito alla
preghiera, chi non vede che è necessario?
Così come
il discernimento da parte
di coloro che nella Chiesa
sono stati arricchiti del carisma di essere
guide
e
maestri delle anime, è quanto mai desiderato,
anche se non è facile trovarlo.
Il sacerdote stesso, proprio in forza del sacramento
dell’ Ordine, ha il potere e il dovere di esaminare e
valorizzare i carismi che Dio concede per la vita spirituale dei
credenti.
Questa
anima non è stata
compresa per lungo tempo dalle guide della Chiesa, e possiamo
dire che non lo è ancora a causa della modesta presentazione
della sua persona. Per
questo motivo è stata rifiutata lei stessa con i messaggi.
“Come poteva il
Signore scegliere proprio lei? “
Ma il Signore
segue altri
criteri. Egli ama di
particolare Amore coloro che sono messi da parte e trascurati.
Diceva Gesù in un momento
di ebbrezza spirituale:
“Ti rendo lode,
Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre,
perché così hai deciso nella tua benevolenza”
(M t 11,25-26).
L’incontro di questa anima,
portavoce di parole che vengono dall’Alto,
con il sacerdote, religioso,
che sarebbe stato il suo padre spirituale
è avvenuto a metà dell’anno 2001.
Da allora sono seguite comunicazioni telefoniche, lettere
e, meno
frequentemente a
causa della distanza, abboccamenti personali.
Fino dai primi mesi del
2002 un
messaggio del Signore Gesù ha rivestito una particolare
importanza. In esso
vi si chiedeva pure il necessario impegno per diffonderlo.
E’ stato il
“Messaggio ai
Sacerdoti”
del 23
marzo
2002,
in cui è chiesto
che il Sacrificio di Gesù, perpetuato nella Santa Messa,
non venga sottoposto a “tariffa”,
come vi si dice,
ma sia lasciato a offerta libera,
perché il Sacrificio di Gesù fu offerto personalmente da
Lui, e quindi a Lui
appartiene, ed è
offerto nella Santa Messa perché tutti ne possano beneficiare,
attingendovi grazie per i vivi e per i defunti.
Il sacro ministro lo
deve
considerare semplicemente
come la via privilegiata, pensata e realizzata da Dio,
e indispensabile
per la santificazione delle anime.
Attualmente invece può essere celebrato solo per chi ha
denaro; cosicché
coloro che non ne
hanno se non per vivere non possono
richiederlo,
costretti a rimanere nella loro povertà
e nell’anonimato.
Seguirono altri messaggi a riguardo,
con insistenza.
Da
parte della portavoce ci furono tentativi per far conoscere il
“Messaggio ai Sacerdoti”:
un centinaio di copie in lettera a mezzo posta alle
persone più influenti,
ma non furono prese in considerazione.
Anche l’obiettivo di raggiungere Papa Giovanni Paolo
II non ebbe
esito.
Tale richiesta del Signore fu presentata ad un vescovo.
Fu risposto che tutto quanto riguarda l’offerta dei
fedeli per
San Paolo,
che ha parlato varie volte nelle sue lettere sul dono della
profezia, ha nella
prima lettera ai Tessalonicesi
questa espressione:
“Non spegnete lo
Spirito, non
disprezzate le profezie”
(1Tess 5, 19-20),
forse perché fino da allora, e da prima ancora,
la profezia e il profeta hanno incontrato difficoltà
nell’ ascolto…
Questi
messaggi, ricevuti
dalla portavoce lungo gli anni,
vengono,
oltre che da parte di Dio
Padre e da Gesù,
anche dalla Santa Vergine, da San Giuseppe, da angeli e
santi; in
particolare dall’Angelo Custode,
che davvero è stato ed è suo
sostegno, conforto, guida nelle svariate difficoltà e oscurità
della vita quotidiana, nelle sofferenze.
Ve ne sono anche da anime conosciute in vita e ora nella
purificazione, o piuttosto liberate e ammesse alla felicità
eterna, che magari
ringraziano del conforto e guida che ha dato loro quando erano
ancora di qua.
Messaggi di rimprovero, ma anche di incoraggiamento,
al padre spirituale, quando ha agito con poca prudenza o
poco discernimento.
Rimproveri però fatti sempre con delicatezza e amore.
Riguardo a questi messaggi dice
E il Padre Celeste: “Ogni
messaggio ha la sua benedizione particolare: è bene che
questo si sappia.” 2002.08.23.
Bellissimo tutto questo messaggio.
In questi messaggi si incontra
una particolare attenzione verso il padre spirituale.
Ma è proprio attraverso le sue personali situazioni che
il Signore intende rivolgere i suoi insegnamenti ad ogni
sacerdote, che Egli ama con Amore geloso,
perché ravvivi la coscienza della sua alta e impegnativa
missione ricevuta da Dio, il quale lo vuole interamente dedicato
con fede, con sacrificio, con semplicità alla conquista, alla
salvezza, alla promozione spirituale delle anime a lui affidate.
Lo vuole innamorato del sacramento dell’ Eucaristia,
sorgente della propria santificazione e dell’impegno pastorale.
Questi
messaggi devono essere resi noti alle anime senza manifestare
insieme il nome
della portavoce e la sua identità,
a difesa della sua intima, personale, vita spirituale.
Nelle rare volte che il suo nome compare nei messaggi
viene omesso o sostituito con qualche espressione di amicizia.
Così anche i nomi di coloro di cui si fa parola nei
messaggi sono stati sostituiti con altri nomi fittizi.
I messaggi sono stati corretti nella dizione quanto
necessario.
Essi
durano tuttora, benché meno frequentemente.
Non sempre vengono scritti,
specialmente se riguardano situazioni particolari, a
carattere personale.
Il Signore o
Il Signore non vuole essere consultato con domande
rivolte a Lui per mezzo della portavoce.
Bisogna accettare quello che lui ci dona e farne tesoro.
Tuttavia qualche rara volta ha dato la sua risposta su
temi di particolare interesse pastorale, presentati al Signore,
tramite la portavoce, dal padre spirituale.
Si può
presentare al lettore una difficoltà nel riscontrare che nei
messaggi non è infrequente che taluni pensieri o affermazioni
ritornano come ripetizioni.
E’ stato “risposto” che anche
“Il Mio parlare ti
può sembrare ripetitivo.
Purtroppo l’uomo ha bisogno di sentire sempre gli stessi
insegnamenti, le stesse parole, a causa della sua ottusità e
sordità all’ascolto della Voce di Dio” (Gesù, 2004-04-25).
Così la
ripetizione diventa un nuovo invito.
Inoltre
non c’è stata l’opportunità di diffonderli
e farli conoscere più largamente.
Sia
glorificato il Signore per questo dono che Egli ci ha fatto per
guidarci e illuminarci nelle difficoltà e nella fatica del
nostro cammino, finché Egli venga o ci chiami presso di Sé.
Il
padre
spirituale. |